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Festival dei diritti a Pavia, presentazione del libro Io, combatto

2024-11-11 21:34

Famiglie in rete

Madri doppiamente disperate, Salute Mentale, doppia diagnosi, diritti,

Festival dei diritti a Pavia, presentazione del libro Io, combatto

Importante occasione di confronto presso il Festival dei diritti a Pavia, presentazione del libro Io, combatto

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Presentazione del mio libro “Io, combatto”, circostanza e sede di condivisione di una problematica dirompente e direi disperata, come testimonia la lettera ricevuta da una mamma che si è unita alla nostra associazione. A lei lo spazio che merita:

 

 

 

“Christian 24 anni, doppia diagnosi

L’esordio…

A luglio 2018 vedo un cambiamento radicale di personalità dopo una grande delusione d’amore. Era stato un mese lontano da casa per uno stage dove faceva il cameriere/tutto fare. (stage attivato dalla scuola).

E poi… Primo episodio di psicosi 1° aprile 2019 portato in PS, ma davanti ai medici si trattiene diventando quasi immobile… “bevi tanta acqua” appena fuori ha ricominciato… Ammette di aver preso LSD in un rave party abusivo. Siamo tornati il giorno dopo, (voleva buttarsi nel lago) somministrato lexotan e immediatamente dimesso dal P.S. con consiglio di visita psichiatrica se non fosse stato meglio.

E…

No non è stato meglio…l’inizio dell’incubo…”

Con estrema lucidità mamma A., stila un resoconto di tutti gli avvenimenti, ne riporto qui alcuni passaggi:

  • I medici dicono che “non vedono psicosi” (ha la mamma ansiosa e troppo presente) Dopo due giorni dalla dimissione è stato arrestato dai carabinieri e riportato in TSO. Era uscito di casa con abbigliamento bizzarro, un fucile a pallini (che sembrava vero) un coltello e un bastone.
  • Quando è particolarmente alterato urla e si accanisce sugli oggetti con violenza continua ad assumere sostanze di vario tipo: cannabis, cocaina, chetamina, MD, LSD
  • Il 7 gennaio 2021 viene ricoverato in TSO per la terza volta invio una pec   di “opposizione alle dimissioni” lo trasferiscono in clinica psichiatrica Villa Cristina di Nebbiuno, il ricovero totale tra psichiatria e clinica durerà due mesi.  Firmerà per uscire.
  • Nessuno vuole fare una diagnosi! Al ritorno a casa deve continuare le terapie che anche un’infermiera farebbe fatica a gestire… Non vado al lavoro e lo seguo h/24.
  • Aprile 2022 Il giorno di Pasqua, noto un cambiamento drastico…. Come sempre avviso il CSM e chiedo aiuto, ma non fanno nulla perché lui è maggiorenne e rifiuta le terapie. Ok, cerco di accettare il nuovo Christian, non ho più forze… mi sento cadere nell’abisso… Il 14 luglio 2022 lancio l’allarme al CSM, come sempre mi ignorano, anzi prescrivono a me una terapia di psicofarmaci perché si accorgono che sto crollando.
  • Anno 2022/2023, Iniziamo un percorso con medici privati a Novara, Psichiatra e Psicoterapeuta. Christian viene “agganciato” e farà un percorso di cure farmacologiche e di psicoterapia. Comunicato al suo medico del CSM, la reazione è stata molto dura: ”allora non venite più qui!”. Manca collaborazione/comunicazione tra medici privati/CSM/medico di base, ecc.) Anzi, prescrivono a me una terapia di psicofarmaci perché si accorgono che sto crollando!
  • Febbraio 2024, Christian ha un incidente stradale, tampona in bicicletta un’auto che era ferma in coda con danno quantificabile in circa 600/800 euro, portato in pronto soccorso in ambulanza non hanno fatto test ematici per verificare l’assunzione di sostanze stupefacenti.
  • Continuo a trovare sostanze stupefacenti in casa, sono consapevole di subire manipolazione costante e inizio ad avere un crollo, la convivenza è sempre più difficile, ogni volta che arriva a casa, la tensione è alta, non so mai cosa può succedere.
  • Il ragazzo avrebbe bisogno di essere inserito in una comunità doppia diagnosi per ricevere le cure necessarie. Dal 2019 ad oggi il disturbo è costantemente ciclico: depressione-periodo di benessere- fase maniacale- fase psicotica (basti vedere tutti gli accessi al P.S. in questi anni, i quattro TSO, un ricovero volontario e i ricoveri in clinica psichiatrica villa Cristina di Nebbiuno) 
  • Nonostante anni di terrore continuo e violenza psicologica, il mio scopo è quello di riuscire ad aiutare il figlio in un percorso di cure ma non sono più psicologicamente in grado di affrontare una vita quotidiana da incubo. Christian è gravemente malato, per questo non ho mai denunciato la violenza familiare anche perché con il disturbo psichiatrico che ha non è idoneo alla detenzione e porterebbe il ragazzo a contatto con altri detenuti per reati molto più gravi che peggiorerebbero la sua salute mentale oltre a non riceverebbe le cure necessarie.
  • Ogni volta mi rivolgo ai suoi medici curanti, raccontando sempre i fatti, ma loro sottolineano che il problema “è il nostro rapporto” e ci sottopongono ad inutili e dolorosi confronti, dove ovviamente non posso (per paura) dichiarare davanti a mio figlio determinate cose.
  • Una nuova perizia psichiatrica potrebbe evidenziare la pericolosità sociale di Christian e obbligarlo ad un percorso di cure in quanto il paziente non ha consapevolezza né della malattia né dei danni derivanti dall’uso costante di sostanze stupefacenti. (per lui sono “la cura” e si sa dosare)
  • Attualmente il CSM e il CISS collaborano, però non c’è molta comunicazione tra di loro e devo spesso intervenire per comunicare avvenimenti che vengo a sapere da mio figlio o dai vicini di casa. Per la prima volta su insistenza del CISS il CSM ha attivato anche un percorso al SERD dove mio figlio si reca una volta alla settimana e a quanto so da lui risulta sempre positivo.

 

La conclusione di questo grido disperato a cui non c’è risposta:

 

Per me diventa sempre più difficile vedere mio figlio così allo sbando, e spero che tutto questo faccia parte di una strategia per ottenere dal G.T. l’obbligo ad un percorso di cure, ma nessuno vuole condividere con me il progetto. Aspettano la tragedia, come in tanti casi di cronaca ormai noti?

 

 

 

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